Cos’è la fotografia per me???

La fotografia è un linguaggio espressivo a tutti gli effetti, si possono catturare emozioni, istanti e un mondo intero. Qui vi lascio la mia selezione con le frasi più belle e significative sulla fotografia pensate da grandi artisti. ECCOLE!

  • Fare fotografia vuol dire allineare la testa, l’occhio e il cuore; è un modo di vivere. Henri Cartier -Bresson
  • Fotografare è assaporare intensamente la vita, ogni centesimo di secondo. Marc Riboud
  • Il punto principale di scattare foto è di non dover spiegare le cose con le parole. Elliott Erwitt
  • Quello che mi piace delle fotografie è che catturano un momento che è finito per sempre, impossibile da riprodurre. Karl Lagerfeld
  • Quando le parole non sono chiare mi concentro con le fotografie. Quando le immagini diventano inadeguate mi accontenterò del silenzio. Ansel Adams
  • La fotografia è un modo di sentire, di toccare, di amare. Ciò che hai catturato nella pellicola è catturato per sempre… Ti ricorda piccole cose molto tempo dopo averle dimenticate. Aaron Siskind
  • Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare. tre concetti che riassumono l’arte della fotografia. Helmut Newton
  • Non mi sono mai chiesto perchè scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l’idea che siamo tutti destinati a scomparire. Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere; è pura follia. Robert Doisneau
  • L’artista è un collezionista di immagini che raccoglie le cose con gli occhi. Il segreto della fotografia è che la macchina assume il carattere e la personalità di chi la tiene in mano. La mente lavora attraverso la macchina. Walker Evans
  • L’occhio vede ciò che la mente conosce. Johann Wolfgang Goethe
  • Se sapessi come si fa una buona fotografia, la farei sempre. Robert Doisneau
  • Non potete fare affidamento ai vostri occhi se la vostra immaginazione è fuori fuoco. Mark Twain
  • Forse il desiderio più profondo di un artista è quello di confondere o fondere tutte le arti , così come le cose si fondono nella vita reale. Man Ray
  • La fotografia è un arte; anzi è più che un’arte; è il fenomeno solare in cui l’artista collabora con il sole. Alphonse de la Martine
  • Il mondo è a colori , ma la realtà è in bianco e nero. Win Wenders
  • Non ho mai ottenuto uno scatto così come volevo; è sempre venuto migliore o peggiore. Diane Arbus
  • Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. Antoine de Saint- Exupèry
  • Quando si fotografano persone a colori, si fotografano i loro vestiti. Ma quando si fotografano persone in bianco e nero, si fotografano le loro anime! Ted Grant
  • Fotografare è illuminare il buoi che abbiamo dentro. Donato di Poce
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I fotografi che hanno influenzato la mia fotografia.

I fotografi che da sempre amo, in cui mi ritrovo e che mi hanno influenzata sono molti: Francesca Woodman, Man Ray, Helmut Newton, Diane Arbus ecc.. Voglio iniziare subito a parlarti di Francesca Woodman , fotografa statunitense nata a Denver nel 1958 era figlia di un pittore e di una ceramista.

Io vorrei che le mie fotografie potessero condensare l’esperienza in piccole immagini complete, nelle quali tutto il mistero della paura o comunque ciò che rimane latente agli occhi dell’osservatore uscisse, come se derivasse dalla sua propria esperienza.”

Fù il padre a iniziarla alla fotografia, regalandole una macchina fotografica solo all’età di 13 anni. Francesca da subito si dedica all’autoritratto, il primo risale al 1972 (self-portrait at 13 Bouleder, Colorado).

Questo scatto è l’inizio di tutta la sua produzione; ha usato se stessa per esplorare temi come la proprio identità, introspezione, l’adolescenza, la sessualità… In solo 8 anni ha prodotto più di 10 mila negativi e 800 stampe, noi ne conosciamo solo un centinaio. E’ stata una fotografa provocatoria e dall’anima tormenta, il 19 gennaio 1981 decide di buttarsi da un palazzo di New York, nonostante una vita breve fù un’artista influente nel panorama artistico degli ultimi decenni del xx secolo.

Some Disorder Interior Geometris. La sua prima e unica collezione di fotografie applicate su quaderni scolastici del fine 800.

Man Ray è stato un pittore, un grafico, un’artigiano e un autore di film ma è conosciuto come fotografo surrealista.

“Personalmente, ho sempre preferito l’ispirazione all’ informazione.”

Fondò nel 1915 la ” Socety Indipendent Artist “con lo scopo di divulgare opere all’avanguardia. Dedicò molto tempo ai ritratti, nudo femminile e alla sperimentazione che lo portò all’invenzione di uno stile la “Rayografia” e all’uso della tecnica della solarizzazione. La Rayografia la scoprì nel 1921 fece scivolare un foglio di carta sensibile nella soluzione di sviluppo. La luce è in grado di lasciare una forma distorta di tutto ciò che tocca la pellicola.

La tecnica della solarizzazione invece consiste nella pratica di sviluppo dei negativi, i quali sovraesposti vanno incontro a un processo di inversione di toni.

Man Ray con le sue fotografie vuole creare un mondo dove le forme e le regole sono esasperate. Bisogna saper vedere per apprezzare la sua semplicità.

Michael Kenna è nato a Widness nel 1953, all’inizio sceglie la via della vocazione, vuole diventare un sacerdote ma a 17 anni inizia ad appassionarsi alla pittura e alla fotografia, inizia a frequentare la Bunbury School of art.

” Sento che le fotografie in bianco e nero sono generalmente più tranquille e misteriose di quelle a colori. Per me il bianco e nero ispira l’immaginazione dello spettatore e lo porta a completare il quadro con immaginazione. Il bianco e nero non cerca di competere con il mondo esterno e credo che persista di più a lungo nella nostra memoria visiva. “

Nato e cresciuto in una città industriale vicino a Liverpool, era un giovane solitario e passava le sue giornate nei parchi, stazioni ferroviarie, chiese vuote, fattorie… Tutti questi luoghi li troviamo nelle sue fotografie . Michael è famoso per i suoi paesaggi in bianco e nero. I posti che ha fotografato di più sono il Giappone, Cina, Francia e Italia (Emilia Romagna). Per realizzare i suo paesaggi usa tempi molto lunghi di apertura dell’otturatore, per prolungare i movimenti di luce delle stelle o per distendere il moto dell’acqua.

” Ho sempre detto che avrei potuto essere serenamente un fotografo senza pellicola nella macchina fotografica”

Diane Arbus nata a New York il 14 1923, seconda di tre figli cresce in una ricca famiglia e vive tra agi e iperprotettività.

” Ciò che preferisco è andare dove non sono mai stata.”

Diane a 12 anni inizia a manifestare il suo talento artistico, incomincia a dipingere, due anni dopo incontra Alan Arbus da lui impara il mestiere di fotografa e si sposano a 18 anni. La loro vita è piena di incontri con personaggi come Robert Frank, Stanley Kubrick… Nel 1957 divorziano e Diane inizia a cercare il suo percorso fotografico, esplora i sobborghi più poveri, spettacoli di travestimento e scopre il suo interesse per i Freaks, segue gli spettacoli del “Museo dei mostri di Hubert.” e fotografa i protagonisti.

Inizia a ricevere borse di studio, pubblica le sue immagini su diverse riviste, partecipa a mostre ma allo stesso tempo solleva aspre polemiche, le sue fotografie sono ritenute troppo forti e offensive ma Diane è già una fotografa riconosciuta. Durante gli ultimi anni di vita deve combattere contro la depressione e si ammala di epatite. Il 26 aprile 1971 si toglie la vita ingerendo una dose massiccia di barbiturici e incidendosi le vene.

“Molte persone vivono nel timore che possano subire qualche esperienza traumatica. I freaks sono nati con i loro traumi. Hanno già superato il loro test, nella vita. Sono degli aristocratici.“